Autismo e ritardo mentale, differenze nei percorsi terapeutici inglesi e francesi

Durante i mesi di permanenza nella mia terra natia inglese, ho avuto modo di visitare diverse scuole e partecipare a differenti attivita' scolastiche e sportive. Ho anche presentato la mia candidatura presso istituti scolastici frequentati esclusivamente da giovani autistici o con ritardo mentale grave. In Inghilterra esistono college esclusivi in base alla tipologia di handicap: college per ciechi, college per autistici, college per ritardati e down. L'impressione é stata quella di una cura volta prevalentemente al contenimento, in alcuni casi necessario e rinforzato dall'uso di psicofarmaci, data l'intensa forma di aggressivita' riscontrata in alcuni allievi. Ho sperimentato personalmente parlando loro la rabbia che serbano nel loro animo. Tuttavia credo che ergere dei grandi muri intorno ai loro handicap, renda ancora piu' problematico il percorso terapeutico di alcuni casi. Ho frequentato per diverse ore questi college speciali per persone speciali, e nonostante la preparazione delle equipes ho avuto l'impressione di una segregazione sociale gia' attiva dai primi anni di vita. Questi giovani, futuri adulti, frequentano solo simili con il loro stesso handicap. Questo permette sicuramente ai piccoli di comprendere che non sono soli nell'affrontare il loro handicap, ma ci sono altri simili che devono affrontare i loro stessi problemi. Tuttavia, queste interazioni forzate con i propri simili, in qualche modo favoriscono il proprio identificarsi con la propria malattia, diventando la propria malattia, creando un altro muro invalicabile nei confronti della societa' "esterna e normale". Potrebbe cioé a mio avviso favorire una stigmatizzazione sociale basata sulle differenze, e rendere gli anni di college, nella maggioranza dei casi degli allievi problematici, come una reclusione forzata dalla quale dover fuggire pur di potersene liberare. Queste alte mura di protezione, che sicuramente hanno la funzione di proteggere i ragazzi con ritardo mentale dalle prepotenze dei simili, in realtà accentuano il vuoto incolmabile delle differenze coi propri simili delle scuole ordinarie. Inoltre l'universalita' della cura non permette di considerare ogni individuo come una singola storia: uniformare il percorso terapeutico pretende di unificare le differenze, favorendo ancora una volta solamente identificazioni orizzontali coi propri simili, quindi solo identificazioni immaginarie e mai verticali con l'autorita', essendo quest'ultima vista come persecutoria e restrittiva. Tutto questo restringe oltremodo il campo di azione sociale dei giovani con handicap. 

Differente é il sistema scolastico francese. Nel rispetto di provenienza di cultura e religione, i bimbi problematici vengono da subito inseriti nel contesto scolastico ordinario nazionale insieme ad altri bimbi di ogni razza e nazione. Per fare questo é necessaria un'autorità rappresentata dagli insegnanti, che sia completamente neutrale in termini politici e di religione, e che non manifesti preferenze di alcun tipo. E' previsto un percorso personalizzato ed individuale, attraverso un'equipe pluridisciplinare interagente: psichiatra, psicologo, insegnanti, direttrice, genitori, logopedisti. Un'insegnante di sostegno viene affiancata all'allievo autistico durante tutto lo svolgimento delle attività scolastiche, in modo da non drammatizzare gli eventuali ritardi di apprendimento. Trovo molto utile ed esemplare questo sistema scolastico francese, dove vengono rispettati i tempi individuali nonostante l'handicap, senza farlo vivere dai bimbi e dalle loro famiglie come qualcosa che precluda, che tolga (la libertà per esempio), ma anzi, come un'occasione per mostrare le proprie capacità nonostante il ritardo. Difatti quasi tutti i bimbi autistici manifestano una sensibilità artistica superiore a quella dei loro simili, e possono sorprendere con le loro doti creative tutta la classe, nonostante i frequenti momenti di interruzione del lavoro dovuti ad un'autorità simbolica non ancora ben interiorizzata.