Impatto emotivo sui giovani del fenomeno start up

07.07.2018

Nella società dei consumi odierna i giovani si trovano a corto di ideali. Non trovando personaggi positivi nei quali identificarsi e da prendere a modello, i giovani stanno imparando sempre più ad investire su se stessi. Trovare qualcuno che investa sulle loro idee, che creda in loro, significa non soltanto fornire attivamente gli strumenti per potersi proiettare nel futuro, ma significa anche trovare un interlocutore che scavalchi i confini spazio temporali, rendendo accessibile e connessa una parte del mondo con l'altra in tempo reale. La velocità con la quale tutto questo succede forse lascia noi adulti un po' spiazzati, ma i giovani sono nati e cresciuti con questa rapidità di trasmissione delle informazioni, a volte esagerata tanto da cancellarli come identità, tanto da rendere necessario un rallentamento. Gli esseri umani non sono preparati all'accelerazione telematica, che si procrea senza rapporto creando la preoccupazione tangibile della disumanizzazione dell'essere umano. I prodotti consumistici bombardano in ogni luogo e situazione un' adolescente che cresce senza adulti, anche se non necessariamente per motivi patologici, ma perché costretti a lavorare. Una volta si andava in oratorio. Esistevano punti di riferimento accessibili a tutti nel sociale, come le congregazioni sportive che creavano un senso di appartenenza e di identità. Oggi le congregazioni comunitarie avvengono online. Si fa gruppo virtualmente. Questo necessariamente cambia da un lato la forma di comunicazione tra adulto e giovane, il primo deve necessariamente adeguarsi ai tempi di internet. Allo stesso modo quest'era informatica rischia di isolare ancora maggiormente i casi di chiusura alla vita ed accessibilità al domani. Una società virtuale non tiene conto dei toni di voce, e quindi delle intenzioni della comunicazione, e questo rende molto facile il rischio di fraintendimento. Facile che i ragazzi passino ore davanti al pc, sentendosi forti per la mancanza di confini insiti nel web, il quale involontariamente ne accresce la tendenza all'onnipotenza e paradossalmente la solitudine sociale nella quale si trovano immersi. Possono trovare dietro uno schermo la capacità di affrontare momenti difficili attraverso i social, per esempio, o cercando di compensare la frustrazione indotta da una società consumistica, nella quale é facile sentirsi inadeguati, solo perché non si é all'altezza di comprarsi il nuovo prodotto sul mercato, che sia il telefono o il vestito di moda. Ma allo stesso tempo questa libertà di accesso puo' favorire il volersi creare una falsa immagine di Sé, migliore di quella nella quale ci si rappresenta. Potenzialmente tutto é concesso via web, non esistono confini né geografici né mentali. E tutto questo comporta un aumento dell'insicurezza govanile e della confusione di identità che va costruendosi proprio durante l'adolescenza. Naturalmente alla questione economica, si sovrappone anche un forte desiderio di riconoscimento. L'appiattimento virtuale bidimensionale induce sempre più nelle nuove generazioni un desiderio di essere visibili, riconosciuti, riconosciuti per la propria prestazione, per la gara a chi colleziona maggiormente i "mi piace" su facebook che inducono alcuni soggetti alla competizione. L'omologazione mediatica induce l'adolescente a trovare un modo per essere ben visibile all'adulto sempre troppo indaffarato per ascoltarlo. Ed una modalità per differenziarsi dai coetanei. Investire sui giovani significa coltivare i loro sogni di riscatto dalla frustrazione di non essere o non avere mai abbastanza. Significa comprendere la necessità adolescenziale di riempire creativamente un vuoto sociale con il quale vengono quotidianamente confrontati. Il trovare qualcuno che creda in loro come persone, come futuri imprenditori, pone il ragazzo in una posizione di apertura, di fiducia nei confronti dell'Altro adulto. Apertura verso l'Altro significa aver presente l'alterità anche quando si é soli. Significa riconoscere che siamo nati come animali sociali, non come pedine isolate di un marketing invischioso. Significa accrescere la fiducia nel domani.

Lo startupper, secondo un'analisi psicologica, ha delle caratteristiche indispensabili. Deve infatti possedere:

  1. Determinazione (nel perseguire gli obiettivi)

  2. Leadership (capacità gestionali e di visione d'insieme)

  3. Resilienza (capacità di affrontare anche momenti difficili)

Ovviamente deve sapersi mettere in gioco ed avere la capacità di esporsi, in quanto corre un rischio: infatti i risultati del suo investimento si conoscono solo a posteriori, quando si pone l'esperimento in campo. Quindi é importante per noi psicologi sostenere non solo i giovani che si affacciano al mondo del lavoro, ma anche sostenere gli startupper che sulla propria pelle corrono il rischio di un fallimento. Per questo si organizzano sessioni di reclutamento molto prolungate nel tempo, un modo per conoscersi, certo, attraverso test, ma anche un mezzo per valutare se la proposta avrà una certa presa sul mercato. Si cercano indicazioni sui potenziali candidati attraverso test somministrati online, che se da un lato rendono un po' impersonale il percorso, dall'altro sono utili nel riconoscere una forte motivazione in chi si appresta a compilarli. Le valutazioni basilari che un bravo startupper deve considerare sono le seguenti:

  1. Deve saper valutare un team e le loro competenze

  2. deve capire se il mercato di riferimento sia in crescita

  3. deve capire l'idea di prodotto che stanno sviluppando

  4. deve conoscere se c'é un vantaggio competitivo sulla concorrenza

  5. deve valutare il tasso innovatività

I settori caldi made in Italy sono relativi alle tematiche del cibo (ristoranti, categorie cibo, ricette), della moda (negozi, sfilate, accessori) e del design (architettura, arredamento spazi, grafica); pur essendo un bravo economista e calcolatore del mercato, il requisito fondamentale per uno startupper di successo é il saper anticipare i tempi. Per questo troviamo sempre più giovani impegnati in questo ruolo, perché non solo sanno anticipare i tempi e sanno avere una visione d'insieme, ma vivono già proiettati costituzionalmente nel futuro. Inoltre lo starterup deve chiaramente saper usare molto bene le tecnologie ed internet, ed i giovani ne sono avvantaggiati perché essendo nati già nell'era telematica ne conoscono il linguaggio basilare, e diventano i precursori comunicativi di un nuovo linguaggio, quello appunto del web. Inoltre un bravo starterup deve avere capacità di problem solving, soprattutto in ambito relazionale. Come creare un prodotto che soddisfi un bisogno reale? 


Maslow e la sua tabella dei bisogni puo' aiutarci in questo. La tabella rappresenta una vera e propria gerarchia di motivazioni, dalla più bassa (soddisfacimento di bisogni primordiali), a quella più alta di autorealizzazione, nel vertice. Per passare da uno stadio all'altro verso l'alto, bisogna aver soddisfatto il bisogno precedente. Il saper riconoscere i bisogni di una persona puo' essere utile se inauguriamo un nuovo prodotto. Ma anche riconoscere le necessità delle nuove leve é fondamentale, accogliere i bisogni di sicurezza e riconoscimento giovanili. I bisogni sono comuni a tutti, si condividono, ci accomunano e permettono una miglior vita se vengono soddisfatti. Analizziamoli nel dettaglio:

bisogni FISIOLOGICI: fame, sete, sonno, termoregolazione, ecc. Sono i bisogni connessi alla sopravvivenza fisica dell'individuo. Sono i primi a dover essere soddisfatti a causa dell'istinto di autoconservazione;

bisogni di SICUREZZA: protezione, tranquillità, prevedibilità, soppressione preoccupazioni e ansie, ecc. Devono garantire all'individuo protezione e tranquillità;

    bisogno di APPARTENENZA: essere amato e amare, far parte di un gruppo, cooperare, partecipare, ecc.; Questa categoria rappresenta l'aspirazione di ognuno di noi a essere un elemento della comunità;

  • bisogno di STIMA: essere rispettato, approvato, riconosciuto, ecc. L'individuo vuole sentirsi competente e produttivo;

  • i bisogni di AUTOREALIZZAZIONE: realizzare la propria identità in base ad aspettative e potenzialità, occupare un ruolo sociale, ecc. Si tratta dell'aspirazione individuale a essere ciò che si vuole essere sfruttando le nostre facoltà mentali e fisiche.

Analizzare i bisogni del mercato significa tener conto di tutti questi fattori, da quelli pratici a quelli più metafisici in cima alla piramide. Lavorare come starterup significa accogliere tutti questi punti contemporaneamente, appagando quindi non solo le esigenze materiali, ma soprattutto coltivando il senso di appartenenza, importantissimo per la costruzione della propria identità durante l'adolescenza. Ovviamente una giovane leva che venga riconosciuta nel mondo sociale per le sue qualità imprenditoriali, aiuta il giovane ad accrescere la propria autostima, ed il proprio senso di sicurezza.

l modello di Maslow è infatti fortemente centrato sul meccanismo di autodeterminazione dell'individuo, facendo risalire le spinte motivazionali esclusivamente a fattori interni, ignorando l'interazione tra l'individuo e l'ambiente esterno. E' importante che attraverso questa occasione i ragazzi imparino a darsi valore come persone e come lavoratori. A credere in se stessi. A non farsi ingannare dai messaggi pubblicitari. Quello che cercano é chiarezza, trasparenza, quasi impossibili da trovare nel nostro mondo corrotto di adulti. Il nostro compito é semplice: credere nel loro talento, nelle loro potenzialità, nel loro entusiasmo. Credere nei giovani significa credere nel domani, investire sui giovani rappresenta un investimento sul futuro.

Il talento non conta se non si é aperti al cambiamento. Per questo i giovani hanno sempre le idee vincenti, perché sono più dentro al nostro presente e non temono lo spostamento di direzione, anzi lo prendono come una sfida. Il cambiamento é inevitabile, ma come reagiamo ad esso é soggettivo, una nostra scelta. Quindi uno starterup é soprattutto proattivo, nel senso che non solo ha la visione del futuro, ma ci si é proiettato dentro. I giovani, per contro, non aspettano più di trovare lavoro, ma se lo costruiscono, se lo creano da soli. Questo stimola la loro creatività, necessaria nell'arte di sapersi arrangiare. Ma allo stesso tempo li responsabilizza, li fa diventare registi della propria vita assegnando loro un ruolo attivo fin da subito nell'ambito del lavoro. Nei tempi moderni, dove chiunque possa e debba usare i mezzi digitali per esprimersi e realizzarsi, é importante, se non fondamentale, avere chiaro il percorso da svolgere fin dalla partenza, costruirsi una mappa mentale sui passi necessari alla realizzazione degli obiettivi. Questo significa dare una motivazione in più ai nostri giovani per voler diventare adulti indipendenti, imprenditori prima di tutto di se stessi. E cosi' gli studenti che hanno aderito al progetto startup progettano un domani migliore. I numeri parlano da soli. Dieci milioni all'anno di studenti in tutto il mondo provano a cambiare la propria vita giocando a costruire un'impresa. L'attivazione di questi progetti, che possono essere tecnologici, ecologici, di valorizzazione dell'ambiente, migliora la partecipazione al processo di apprendimento. I ragazzi spinti dall'entusiasmo nel vedere realizzata la propria idea non solo ritrovano in questi progetti degli ideali necessari alla crescita, ma apprendono anche quali siano gli strumenti per realizzarli. Quando l'idea diventa concreta, il sogno si realizza. Il bisogno di riconoscimento é stato appagato. Inoltre i giovani parlano tra di loro sulle piattaforme web credendo con passione e convinzione alla propria idea, sulla quale si confrontano con i coetanei e con chi la possa migliorare. Quindi questa nuova attività implica una facilitazione della comunicazione basilare per l'istituirsi di legami sociali. Nell'immaginario i giovani che sono descritti per lo più come scansafatiche e svogliati possono avere il loro riscatto, dimostrare di essere vocati all'imprenditorialità. Ed i numeri lo dimostrano: negli ultimi anni i giovani imprenditori sono cresciuti esponenzialmente. Come ce lo spieghiamo? Viviamo in un'epoca nella quale si assiste da tempo all'evaporazione della figura del padre. Questo non significa che siamo tutti cresciuti senza papa', perchè anche un padre presente fisicamente puo' dare l'idea della sua evaporazione non interessandosi ai figli. L'autorità paterna oggigiorno si riconosce davvero raramente. Questo significa che i limiti vengono imposti spesso dalla scuola e dalla società e non più dalla famiglia, all'interno della quale si sta sviluppando una forma di anarchia e libertinaggio che sostiene di poter permettere tutto alle future generazioni, anche se questo permettere tutto puo' essere recepito dai giovani stessi come una mancanza di interesse nei loro confronti, oltre a creare conflitti interni, in quanto la mancanza di limite, la mancanza dei no, preclude una crescita mentale sana. Questo perché non confrontandosi con il limite i giovani in via di crescita sviluppano tendenze e pretese onnipotenti di poter tutto dire e tutto fare. E prima o poi si scontreranno inevitabilmente con uno sbarramento ai propri progetti che diventerà frustrante nella migliore delle ipotesi, devastante nella peggiore. Quindi questa mancanza della figura autoritaria della legge induce a deficit compensativi dell'Ideale dell'IO. Cosa significa questo? Significa che mentre una volta i giovani adolescenti nel tentativo di costruire la propria identità assumevano a modello i genitori stessi, identificandosi con loro, o con gli insegnanti se l'ambiente familiare era patologico, con l'era dell'evaporazione del padre queste identificazioni non sono piu' possibili, in quanto il papa' spesso e' disoccupato, l'anello debole della famiglia, non ha piu' voce in capitolo su tutto quello che succede all'interno della stessa. Allora i figli rischiano di identificarsi negli eroi immaginari dei film, nei supereroi che hanno poco di umano, con i quali non solo non hanno contatti o confronti, ma dei quali conoscono solo la facciata superficiale talmente lontana dalla realtà da costituirne un problema. Il rischio di queste identificazioni immaginarie sono un'inasprire la rivalità e la competizione tra coetanei, gia' molto sentita e pericolosa a quell'età, e soprattutto (come la cronaca ci ricorda quasi ogni giorno) diventa l'incubatrice di fenomeni aggressivi, essendo il mondo immaginario dei film antitetico alla realtà di tutti i giorni, e quindi inducendo un aumento patologico del divario esistente tra questi due registri nei tempi moderni. Lo starter up puo' inserirsi in questo delicatissimo vuoto sociale e familiare, con conseguente carenza di ideali, costituendo un anello di giunzione tra il mondo telematico virtuale/immaginario e la realta' di tutti i giorni. Diventando in un certo senso responsabile del futuro dei giovani reclutati, ruolo una volta occupato dai genitori. Per questo e' importante che oltre a fiuto commerciale abbiano naturali doti comunicative, sappiano usare un linguaggio accessibile a tutti e soprattutto abbiano ben presente le linee psicologiche di ascolto. Su queste premesse, per tutti i motivi citati in precedenza, l'investimento dello starterup non é circoscritto all'economia, ma diventa un vero e proprio investimento sul futuro. Non solo un investimento sui giovani ed un'opportunità di carriera, ma un vero e proprio punto di riferimento indispensabile per una crescita serena ed armoniosa. Ricordiamoci che se i nostri giovani vivono serenamente il nostro presente, molto probabilmente diventeranno degli adulti responsabili ed appagati. Una garanzia di salvezza del nostro futuro condiviso.  

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